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Topolino 3145

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2 marzo 2016
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Voto medio storie
In breve
Nuovo episodio della serie di Fantomius con un giovane Paperone e copertina dedicata! Indiana Pipps in una storia di Ubezio da autore completo! Secondo episodio per le serie di Giorgio Salati sui giovani Bassotti! Inoltre Zio Paperone con banconote problematiche e Minni e Clarabella al parco con uno scivolo.
Recensione di
Lorenzo V.

Storie

  • Prima pagina storia

    Le strabilianti imprese di Fantomius - Il ladro e il miliardario

    Storia della settimana

    Sceneggiatura: Marco Gervasio
    Disegni: Marco Gervasio
    Voto:
    Piaciuta a: 22

    Le strabilianti imprese di Fantomius - Il ladro e il miliardario è la storia migliore della settimana. Questa storia arriva dopo "Fantomius d'Egitto" che aveva toccato vette davvero alte in termini di fumetto disneyano d'autore e di qualità, il che poneva una sfida cruciale per l'autore per le storie a venire, nel reggere il paragone con la suddetta. E la sfida, a mio avviso, è stata affrontata alla grande dal bravissimo Marco Gervasio, che ha sfornato per i fedeli lettori del nostro settimanale preferito un'altra perla di fumetto Disney d'autore. Fin dalla prima tavola di premessa "Il ladro e il miliardario" inchioda il lettore alla storia grazie a un mix di ingredienti ormai collaudato nella serie ma sempre infallibile nel fare centro. L'idea di base non cambia rispetto alle storie precedenti, ma il plot invece sì: a cominciare dall'ambientazione, dall'Egitto anni 1920 andiamo alla Paperopoli del 1922, passando per una breve premessa sul Titanic nel 1912, sul quale viaggia un giovane Zio Paperone che porta con sé il mitico rubino striato e incontra il losco Cartesio Pitagorico; altro cambiamento nel plot è il modo in cui l'autore si approccia alla vicenda narrata, studiando a fondo l'animo dei personaggi e rivisitando la loro caratterizzazione, mostrandoci lati nuovi del loro carattere e della loro personalità, operazione compiuta (con esiti, va detto, assolutamente eccelsi) soprattutto sul protagonista Fantomius, e anche su un giovane rampante Paperone in veste inedita e insolita, non ancora il papero più ricco del mondo ma proiettato verso questo traguardo. Senza spoilerare, posso dire che il plot è congegnato magistralmente, mettendo insieme i vari elementi narrativi e incastrandoli tra loro con maestria certosina come ingranaggi di un orologio svizzero, senza incorrere nella minima incongruenza narrativa e, soprattutto, rispettando alla perfezione la vulgata della saga paperoniana così come l'immenso Don Rosa l'ha creata e tramandata ai posteri: aspetto questo che non va assolutamente sottovalutato e che rende onore all'autore per l'evidente e incommensurabile bravura. La sceneggiatura è un capolavoro di fumetto ed è diretta conseguenza del plot, che riesce a rendere alla perfezione, in tutti gli aspetti sopra profusamente esposti, i disegni sono come sempre più che ottimi e i colori magistrali nel rendere quell'atmosfera passata attraverso chiaroscuri e velature color seppia. Che dire infine? Non posso che ripetermi nel (ri)fare i complimenti al grandissimo Marco Gervasio, autore completo di tutte le storie di questa magnifica saga, che ci sbalordisce ogni volta; se poi pensiamo al fatto che tutto quanto ho sopra elencato, soggetto, plot, sceneggiatura, disegni e perfino i colori sono opera esclusivamente sua e guardiamo al livello qualitativo raggiunto nel realizzare ognuno di essi, non rimane che congratularci con questo artista completo, ormai a pieno titolo nel novero dei maestri del fumetto Disney d'autore italiano e non solo, assegnando a questa sua ultima fatica 4,25 meritatissime stelle.

  • Prima pagina storia

    Zio Paperone e le banconote da compagnia

    Sceneggiatura: Giulio D'Antona
    Disegni: Ettore Gula
    Voto:
    Piaciuta a: 3

    Zio Paperone e le banconote da compagnia è una bella storia. L'idea di fondo non è proprio originale, in quanto riprende il soggetto di una vecchia storia precedente, ma il plot rivisita il tutto e, con il materiale narrativo a disposizione, riesce a dar vita ad una piacevole avventura papera. Il merito di tutto ciò è soprattutto della sapiente mano di Giulio D'Antona, che sforna una più che buona sceneggiatura, che regge bene dalla prima all'ultima tavola, senza momenti di adagiamento nella trama, nonostante la notevole lunghezza e lo scarno appiglio narrativo fornito dall'idea di fondo delle banconote volanti che rispondono al fischietto del loro legittimo padrone. I disegni di Ettore Gula, con il loro tratto di matita limpido e solare, coronano il buon lavoro dallo sceneggiatore, rendendo appieno il mood della storia, che guadagna 3,5 stelle.

  • Prima pagina storia

    Indiana Pipps e la stoffa meravigliosa

    Sceneggiatura: Giampiero Ubezio
    Disegni: Giampiero Ubezio
    Voto:
    Piaciuta a: 0

    Indiana Pipps e la stoffa meravigliosa è invece l'anello debole di questo numero. Non è certamente una storia brutta, anzi; l'unico, imprescindibile ed evidentissimo difetto è il suo essere una storiella alquanto banale e prevedibilissima. L'idea di fondo è abusata all'ennesimo grado (Indiana Pipps che parte con Topolino alla ricerca di un meraviglioso reperto archeologico perduto), il plot è avventuroso quanto basta, anche meno, senza entusiasmare granché, e regge abbastanza bene dall'inizio alla fine, ma la vicenda narrata (e soprattutto il modo in cui viene affrontata) è, come già detto, banale e scontata, con trovate narrative prevedibilissime e dialoghi spesso e volentieri infantili. La sceneggiatura si comporta di conseguenza, sembra che Giampiero Ubezio, che pure è uno storico autore Disney italiano e autore completo (soggetto, sceneggiatura e disegni) di questa storia, si sia come limitato a svolgere un compitino scolastico assegnatogli, senza dare spessore alcuno alla storia che stava scrivendo; storia che sembra una di quelle storielle ingenue e banali alla Carlo Panaro buone per 6-8enni, piena di oh, gulp, gasp, buoni che finiscono nelle mani dei cattivi, per poi avere la meglio su di loro e concludere la storia con una battutina che suscita lo ah ah ah degli altri personaggi. Una storia che non regge assolutamente il paragone con altre storie di ben altra caratura presenti su Topolino: basti pensare ad autori come Casty, Enrico Faccini, Francesco Artibani, Tito Faraci, Giorgio Cavazzano e altri, o allo stesso Fantomius di Marco Gervasio su questo numero. I disegni di Giampiero Ubezio, che hanno accompagnato la mia infanzia e non solo con storie cult come "Il nome della mimosa" (ricordata nell'editoriale d'apertura di questo numero), sono l'unica nota positiva di questa storia, che però non va oltre la soglia della mediocrità e si ferma a quota 2,5 stelle.

  • Prima pagina storia

    Piccole canaglie - Il torneo di Uno

    Sceneggiatura: Giorgio Salati
    Disegni: Ottavio Panaro
    Voto:
    Piaciuta a: 3

    Piccole canaglie - Il torneo di Uno è la seconda storia di questa nuova serie di storie medio-brevi creata dal bravo Giorgio Salati. Sulla prima storia della serie, "L'imbroglio di Sei", ho scritto ogni bene possibile, lodando la sceneggiatura più che ottima creata dalla mano esperta di Giorgio Salati; ebbene, questa settimana non posso fare altro che ripetermi nel lodare la storia e registrare un miglioramento, se possibile, rispetto al già ottimo episodio precedente. Anche stavolta Giorgio Salati crea una sceneggiatura notevole il cui pregio, come detto in precedenza, sta soprattutto nella riuscitissima caratterizzazione dei personaggi, ottenuta attraverso un sottile, attento e approfondito lavoro di studio introspettivo, del loro animo e della loro essenza, per arrivare a dare una peculiare connotazione psicologica e definire la loro personalità. Tutto ciò viene applicato ed espresso sul Bassottino adolescente di turno, in questo caso Uno. Inoltre, viene anche dato un messaggio educativo, per chi lo volesse cogliere, senza risultare pedante o scadere nel banale o melenso: se ti impegni onestamente e senza cedere a facili e disonesti impulsi e soprattutto se non ti lasci influenzare da pregiudizi ingiusti, e credi nelle tue vere capacità, ti accorgerai che puoi ottenere tutto quello che vuoi (come dimostrato stavolta da Uno nello studio delle arti marziali prima, abbandonato per pregiudizi verso il maestro Bassotto onesto, considerato traditore della famiglia, e poi, superato il pregiudizio, ripreso, e quindi nella vittoria nel torneo dopo). Senza spoilerare oltre questa bellissima storia, concludo facendo per l'ennesima volta i complimenti per l'ottima sceneggiatura a Giorgio Salati, che di storia in storia dimostra di essere uno dei migliori sceneggiatori Disney italiani in circolazione, che popola la nutrita scuderia di talenti in forza al nostro settimanale preferito. I disegni di Ottavio Panaro sono anch'essi degni di una nota di merito, nel riuscire a rendere benissimo l'atmosfera della storia e i Bassotti in versione adolescente. La storia nel suo complesso, quindi, si posiziona meritatamente appena una sfumatura di voto sopra le 3,5 stelle.

  • Prima pagina storia

    Minni, Clarabella e la magnifica giornata scivolata

    Sceneggiatura: Augusto Macchetto
    Disegni: Renata Castellani
    Voto:
    Piaciuta a: 12

    Minni, Clarabella e la magnifica giornata scivolata è la seconda storia migliore della settimana, non molto sotto Fantomius. L'idea di base è originale, il plot è perfettamente congegnato, ma ciò che fa di questa storia di 24 tavole un piccolo capolavoro di fumetto è la sceneggiatura. Quella vecchia volpe di Augusto Macchetto ancora una volta firma una sceneggiatura capolavoro che è poesia a fumetti allo stato puro, bellissima, toccante e brillante al tempo stesso, poetica nei dialoghi e nel modo di affrontare le vicende narrate. Lo sguardo dell'autore, sapientemente e argutamente, passa da quello estatico di un bambino di fronte ad una meraviglia a quello di un adulto disincantato che impara a tornare bambino e a guardare il mondo con i suoi occhi innocenti; questi cambi di prospettiva adulto-bambino-adulto che si alternano nell'arco della narrazione dimostrano quanto bravo sia Augusto Macchetto, oltre che dotato di rara sensibilità. Non voglio spoilerare la trama di questa bellissima storia e mi limito a dire che il lettore ne resterà piacevolissimamente colpito e toccato nel profondo del cuore (se ha ovviamente l'animo sensibile al punto giusto), è una di quelle storie che lasciano il segno e rimangono a lungo nella memoria di chi le legge. La trama regge perfettamente dalla prima all'ultima tavola, senza incongruenza alcuna o momenti di stanchezza narrativa, fino al bellissimo e quasi commovente finale, un vero e proprio capolavoro di sceneggiatura. In conclusione posso solo dire che questa è la tipica storia di Augusto Macchetto, a partire dal titolo che fa rima, una storia poetica e toccante, che denota la rara sensibilità di cui l'autore è dotato e che lo rende capace di narrare e sceneggiare a fumetti i buoni sentimenti dell'animo umano, con intelligenza e senza mai scadere nel melenso o banale; ma soprattutto senza snaturare i personaggi che incarnano questi buoni sentimenti, la cui caratterizzazione rimane perfetta, siano essi paperi o topi, dal momento che Macchetto riesce con innata e incredibile abilità a tirare fuori la sensibilità e la poeticità insita in ogni personaggio, spaziando tra tutta la schiera di personaggi che il fumetto Disney italiano mette a disposizione. Che dire quindi infine? Complimenti al grande Augusto Macchetto, sceneggiatore di rara bravura e versatilità, e anche ai disegni di Renata Castellani, che ha ritratto come meglio non si poteva questa stupenda storia, rendendo egregiamente il confronto adulto-bambino che l'autore voleva esprimere; storia che guadagna 4 meritatissime stelle, anche solo per le due splendide e toccanti tavole finali.

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