Sceneggiatura: Carlo Panaro
Disegni: Valerio Held
Voto:
Piaciuta a: 1
Paperino e l'esperienza a frutto è una bella storia. L'idea di base è originale e ribalta la prospettiva rispetto alla quale siamo abituati a guardare alle spedizioni di Zio Paperone alla ricerca di tesori perduti, passando dal punto di vista di Paperino, che si improvvisa egli stesso capo di spedizioni alla ricerca di tesori per conto di terzi, mettendo appunto "a frutto" l'esperienza maturata negli anni con lo zione. Non c'è molto altro da dire senza correre il rischio di spoilerare, perciò mi limito a dire che il plot è davvero ben congegnato e avventuroso al punto giusto, la sceneggiatura di Carlo Panaro è di livello medio-alto e si eleva rispetto alla sua media, evitando la storiella infantile e scontata, con una cura per la trama palpabile lungo lo svolgersi delle vicende narrate. Va detto che i dialoghi spesso sono alquanto banali e ingenui, ma Carlo Panaro si è contenuto nell'uso spropositato di gulp, gasp e oh, che gli è usuale, limitandosi ad una costruzione della sceneggiatura e dei dialoghi che termina nel modo a lui più congeniale, ossia con una rivelazione finale da parte dei cattivi dei loro loschi piani, alla Ellery Queen, e un finale di storia con battuta conclusiva che suscita il classico ah ah. I disegni piacevolmente rotondeggianti di Valerio Held sono un valore aggiunto a questa storia, che si posiziona una sfumatura di voto sopra le 3,5 stelle.
Sceneggiatura: Sisto Nigro
Disegni: Giampaolo Soldati
Voto:
Piaciuta a: 14
Topolino e lo sport del futuro invece è di gran lunga la storia migliore della settimana. L'idea di base è davvero originale e il plot è eccelsamente congegnato, con quella ambientazione italiana centrosettentrionale di fine Ottocento, agli albori del ciclismo. La sceneggiatura di Sisto Nigro è un capolavoro di scrittura creativa, che regge egregiamente dalla prima all'ultima tavola senza esitazione alcuna o momenti di adagiamento nella trama. Un'aura di poesia avvolge la storia sin dalla prima pagina fino all'ultima, bellissima tavola, con quella corsa in bicicletta fino al vecchio mulino di Topolino, Minni, Pippo, Orazio e Clarabella, e la didascalia della vignetta che fa da suggello all'intera storia, coronandola con una profusione di toccante poeticità , un vero e proprio tocco da maestro dello sceneggiatore, che dimostra una rara sensibilità , oltre alla bravura nello scrivere. I disegni di Giampaolo Soldati sono azzeccati per questa storia, con il loro caratteristico tratto di matita; devo dire che era dai tempi della struggente "Topolino e la stella che cadde e tornò in cielo", capolavoro del 2013 partorito dalla penna e dal genio creativo (e anch'esso di rara sensibilità ) di Roberto Gagnor, che Soldati non disegnava una storia così poetica. Che dire quindi infine? Questa storia, alla luce di plot, sceneggiatura e disegni, guadagna 4 meritatissime stelle piene.
Sceneggiatura: Enrico Faccini
Disegni: Enrico Faccini
Voto:
Piaciuta a: 6
Idee... geniali! è l'ennesima prova d'autore di quel genio del fumetto comico che è Enrico Faccini. In una manciata di tavole egli è stato capace di creare, da autore completo, un plot originale e movimentato, una sceneggiatura a dir poco geniale, con dei dialoghi esilaranti nella loro contrapposizione tra la pacatezza di Paperino e le battute squinternate di Paperoga, ricreando con bravura magistrale un linguaggio astratto degno del Futurismo di inizio 1900, e dei disegni perfetti, oserei micidiali, nel centrare l'obbiettivo di dar vita ad una comicità spiazzante ed estremamente intelligente e curata, dove nulla è lasciato al caso. Se poi pensiamo che quella stessa penna e matita è capace di creare anche capolavori di fumetto drammatico alla Casty (con cui spesso non a caso collabora) con la stessa credibilità con cui dà vita a queste perle di spiazzante comicità , ci rendiamo conto di essere di fronte ad un gigante del fumetto Disney contemporaneo italiano e non solo. Complimenti quindi al maestro Enrico Faccini per questa geniale storia, che sfonda la soglia delle 3,5 stelle, nonostante la brevità , con esiti che molte storie lunghe spesso si sognano.
Sceneggiatura: Angelo Palmas
Disegni: Emmanuele Baccinelli
Voto:
Piaciuta a: 6
Zio Paperone, Rockerduck e la corsa all'ultimo scontrino è la seconda storia migliore della settimana, tallonata molto da vicino dalla brevissima di Enrico Faccini. L'idea di fondo è molto originale e il plot, pur nella sua sostanziale semplicità , è davvero ottimamente congegnato, senza risparmiare sorprese e colpi di scena a ripetizione, soprattutto nelle ultimissime tavole. La sceneggiatura è davvero ben scritta, e un pregio di questa storia sono i dialoghi, davvero curati e incalzanti, che spesso conoscono brillanti intuizioni e momenti felici. Senza spoilerare, posso dire che vale davvero la pena leggere questa storia, che, sebbene non sia un capolavoro, regala al lettore una piacevolissima esperienza di lettura, che non delude le aspettative e lascia un certo senso di soddisfazione a fine lettura. I disegni di Emmanuele Baccinelli, new entry della scuderia dei disegnatori Disney italiani, sono azzeccati per questa storia e ne rendono benissimo il mood, dei personaggi e delle vicende narrate. La storia nel suo complesso quindi si aggiudica 3,75 stelle, guardando non troppo da lontano alla vetta di questo numero, occupata saldamente dal capolavoro di Sisto Nigro e Giampaolo Soldati.
Sceneggiatura: Giorgio Figus
Disegni: Alessandro Gottardo
Voto:
Piaciuta a: 0
Indiana Pipps e le pietre risonanti è invece la storia peggiore della settimana. Dico ciò a malincuore, visto che la sceneggiatura è firmata da Giorgio Figus, che da tempo affianca il grande Bruno Sarda, padre del personaggio di Indiana Pipps; però è innegabile che, nel nostro settimanale preferito, ultimamente le storie con protagonista Indiana Pipps sono estremamente inflazionate, anche a causa di quelle saghe mediocri di storie brevi come "L'album fotografico di Indiana Pipps", che, seppur firmate da Sarda e Figus, hanno snaturato questo glorioso personaggio, protagonista di intramontabili e indimenticabili storie capolavoro negli anni 1980-1990 che vedevano spesso ai disegni il maestro Massimo De Vita, rovinandone la personalità e riducendo spesso la sua caratterizzazione quasi ad una macchietta. Nella storia in questione, l'idea di fondo è alquanto abusata, il plot è molto movimentato e avventuroso, ma la vicenda narrata nel suo complesso è poco coinvolgente a causa della palese banalità di fondo, della trama scontata che sa di trito e ritrito, di già visto. La trama regge abbastanza bene, ma non mancano momenti di stanchezza narrativa; ma quel che secondo me è il vulnus maggiore della storia è la pessima caratterizzazione dei personaggi, con un Kranz quasi buonista e insolitamente amico di un Indiana Pipps irriconoscibile, entrambi poco credibili. La sceneggiatura non è però scritta male, anzi, lungo tutta la storia si può notare e apprezzare una grande inventiva, e i dialoghi sono abbastanza curati, seppure in una vicenda narrata complessivamente scontata e ingenua. Non mancano però colpi di scena abbastanza ben ideati, soprattutto nel finale, che salvano le sorti della storia da una insufficienza complessiva. I disegni di Alessandro Gottardo sono nella media e accompagnano senza far faville la storia nelle sue varie fasi fino al buon finale. Storia che quindi, alla luce di tutti gli aspetti sopra analizzati, si posiziona sulla soglia della mediocrità , senza spingersi molto oltre le 2,5 stelle.